mercoledì 24 settembre 2014

Cuba libre?

Molti adolescenti mi raccontano come siano bombardati da messaggi che li mettono in guardia dall'alcool. Campagne di prevenzione, iniziative di dissuasione, eventi di sensibilizzazione studiati da specialisti e condotti da operatori formati. Fa piacere sentire tanto impegno da parte delle istituzioni. 
Poi capita di uscire la sera e di inciampare in cocci di bottiglie di birra, capita di girare l'angolo e di imbattersi in gruppi di ragazzi che si vomitato addosso. capita di ascoltarli mentre organizzano una serata e di accorgersi che la loro preoccupazione è quella di dividersi la spesa per la vodka, i cocktail, il pub. 
Evidentemente qualcosa non funziona. I ragazzi, come nel caso del fumo, conoscono tutti i danni a memoria, sanno citare meglio di un medico patologie e rischi, ma senza che questo cambi il loro comportamento.  Si sballano, si ubriacano, si distruggono come se ogni sera non avesse più un'alba, come se questo momento avesse cancellato ogni altro momento. E in questo momento tutto il male che vivo appartiene  ad un'altra vita, ad un'altra persona, ad un altro mondo. 
Ma stupirsi vorrebbe dire non aver capito nulla di cosa vuol dire adolescente, di cosa vuol dire dipendenza.  Stupirsi
"Cuba libre!" Basta poco per essere felici
comunque è concesso, continuare con i vecchi discorsi sulla prevenzione ha qualcosa di diabolico. Si insiste a voler deliberatamente ignorare che se non si fa la vera e unica e primaria prevenzione in famiglia, dagli zero ai dodici anni, tutto il resto non
ha quasi nessun significato. Ma se dagli zero ai dodici i genitori non si assumono consapevolmente il ruolo di educatori e maestri, dopo non possono chiedere allo stato di andare a raccogliere il vomito dei loro figli. E se lo Stato continua a demolire la famiglia con leggi assassine che la mettono sullo stesso piano di unioni basate sull'egoismo e sul capriccio, poi non può chiedere ai genitori di dare buoni cittadini alla nazione. 
E la prevenzione nella scuola? Se la famiglia c'è è un piccolo aiuto in più, se la famiglia manca è quasi completamente inutile. Progetti ambiziosi ma sterili, montagne che partoriscono topolini astemi. Se non si riparte dalla famiglia ogni altro sforzo è destinato al fallimento.
 
«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)

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