martedì 2 settembre 2014

Le teste tagliate

Questa che sta finendo potremo ricordarla come "l.'estate delle decapitazioni": teste tagliate dai musulmani in medioriente, teste tagliate dagli psicopatici di casa nostra. Ma si tende ad ignorare un'altra realtà di decapitati, quelli che la testa ancora ce l'hanno, ma è come se fossero già passati sotto le mani del boia; sono tutti quelli che pur possedendo un cranio lo usano solo come portacapelli. In pratica è il rischio che tutti corriamo, quello di rinunciare a pensare con la nostra testa.
Essere autonomi nel giudizio rappresenta il massimo grado della libertà di pensiero.  Pensare con la propria testa vuol dire valutare in modo critico ciò che leggiamo o che ascoltiamo, non accogliere come vero tutto quello che sentiamo solo perché lo sentiamo, usare la migliore alleata della nostra mente: la memoria. La memoria ci ricorda chi nel passato ci ha raccontato balle, perché chi lo ha fatto una volta tende a rifarlo.  La memoria ci racconta gli errori del passato, e la storia tende a ripetersi...
Pensare con la propria testa, andare se necessario controcorrente, essere anticonformisti rispetto alle dittature ideologiche mai come oggi è indispensabile per custodire la propria salute mentale e la propria libertà. E non basta apparire diversi per esserlo per davvero. Gli anticonformisti per mestiere sono solo dei bastian-contrario servi sciocchi del potere. La vera autonomia di giudizio è di chi è ben inserito nella società e ne rispetta le regole, ma al momento opportuno sa opporsi e dire di no quando la verità è tradita o i valori oggettivi sono calpestati. La vera autonomia è morire con la testa ancora funzionante piuttosto che vivere con dei capelli sospesi sul vuoto.

«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)

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