giovedì 4 aprile 2013

Cinquanta sfumature di perversione

 Judith Reisman sostiene che quasi tutti i programmi di educazione sessuale adottati a livello mondiale seguono linee similari, in sintonia con circoli pedofili  internazionali:. Si tratta cioè del tentativo - attraverso l'educazione sessuale - di sessualizzare i bambini e fornire 'carne fresca' per le voglie malsane di adulti perversi, di sdoganare l’omosessualità e altri comportamenti come normali manifestazioni della sessualità umana, nonché di rendere i giovani dipendenti dal sesso a tutto vantaggio dell’industria della pornografia e dei preservativi, e ciò con il pretesto della lotta alle malattie trasmissibili sessualmente.
E chi sarebbe,  Judith Reisman? E' uno dei maggiori esperti mondiali sul malfamato Kinsey Institute e il suo fondatore, Alfred Kinsey. E' stata consulente dell’FBI nonché del Parlamento e di diversi ministeri statunitensi, insomma è una studiosa competente in questa materia, la cui opinione va tenuta in debito conto.
Kinsey

Quello che sostiene la ricercatrice noi possiamo osservarlo nei media: una progressiva e sempre più esaltata sessualizzazione dei bambini, spinti ad atteggiarsi, muoversi e agire come piccoli adulti disinibiti e provocatori. Se dietro ci sia una deliberata strategia di lobby e di corruttori organizzati  non lo sappiamo, ma la sfida per gli educatori è comunque aperta: si tratta di proteggere i più piccoli da una società profondamente perversa, che tratta le persone come oggetti da consumare, con infinite sfumature di depravazione, cinismo, opportunismo e brutalità.

ps. Aggiornamento dall'Olanda, per dare ragione alla Reisman.


«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)

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