martedì 9 aprile 2013

Non-politici o non-uomini?

Se ci rendiamo conto che gli idraulici sono tutti ladri (e non è vero) non per questo dobbiamo mettere dei calzolaia a fare impianti.
Se ci rendiamo conto che i politici sono marci, questo non giustifica il fatto di mettere al posto dei politici dei "non professionisti della politica". Quello che è necessario è sostenere dei politici passabilmente meno marci degli altri.  
Guardiamo quello che sono riusciti a combinare i cosiddetti "tecnici". Monti, al pari dei suoi predecessori professori, ha peggiorato le condizioni del nostro paese, sapendo solo aumentare la pressione fiscale, punendo le famiglie e favorendo le banche. I suoi ministri hanno dimostrato un'incompetenza rara, tra piagnucolii pubblici, figuracce internazionali (vedi la squallida e inqualificabile vicenda dei marinai in India) e arroganza inconcludente. Un governo da dimenticare di uomini dannosi piuttosto che inutili. Ma la risposta non è stata migliore: altri "non professionisti" si sono affacciati alla ribalta, i grillini strilloni, tutto fumo e niente arresto. Appena insediati in Parlamento hanno imparato subito le regole del gioco, divisi tra di loro, contraddittori nel parlare, attaccati alle poltrone e allo stipendio fisso.
Ognuno faccia il suo mestiere.  Per fare il politico ci vuole studio (questi sono tutti ignoranti), gavetta (fino l'altro ieri facevano altro), lungimiranza (a mala pena prevedono in qualche ristorante ceneranno stasera) e moralità (lasciamo perdere). Soprattutto ci vuole una visione alta della politica, intesa come servizio alla collettività, come sostegno al suo nucleo fondante e irrinunciabile: la famiglia. E' una presa in giro sostituire i politici con i non politici. Bisogna creare nuove generazioni di politici, e prima ancora di uomini. Il che vuol dire - al solito - investire risorse nell'educazione, nella formazione, nella famiglia.

«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)

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