domenica 1 novembre 2009

Il sesso come droga

Dopo varie sollecitazioni riprendo rapidamente il discorso su Marrazzo e co. Ribadisco che nella vita privata di chiunque è bene non entrare. In caso di personaggi pubblici il giudizio si limiti agli atti pubblici legati al loro ruolo. E' anche vero, però, che in quanto psicologo ho un mio parere, ed è questo. La mia opinione è che ci troviamo di fronte a vere e prorie forme di tossicodipendenza, in cui al posto di sostanze chimiche da inalare, fumare o iniettare, ci sono comportamenti sessuali abnormi, perversi, incontrollabili. Marrazzo non è uno stupido, tutt'altro. Eppure la sua bulimia di sesso lo ha portato ad agire in modo così scoperto e imprudente da rendere prevedibile quello che è successo. Ci troviamo di fronte ad una vera e propria malattia.
Una possibile definizione di dipendenza è questa:

Condizione patologica
· Correlata ad una alterazione del sistema della gratificazione
· E ad una coartazione delle modalità e dei mezzi con i quali il soggetto si procura piacere
· Caratterizzata
* da Craving (desiderio compulsivo con perdita di controllo e passaggio all’atto, con specifica sindrome clinica, appreso attraverso un condizionamento operante)
* e da una relazione con un oggetto (sostanza, situazione, comportamento) connotata da ripetizione e marcata difficoltà alla rinuncia.

Se ci pensiamo un attimo calza a pennello. Quindi si può essere drogati anche di sesso. Naturalmente il sesso vissuto con equilibrio, all'interno di una certa regolamentazione e ordine è una componente importante dell'essere umano e non porta alla dipendenza. Non è difficile da capire. E', per esempio, come con gli alcolici. L'uso di vino durante i pasti, entro una certa misura, senza superare i limti, fa bene ed è piacevole. Bersi una vodka la mattina a digiuno è segno che si è sulla strada buona per l'alcolismo. Ci sono persone che con il sesso, pubblicizzato e mercificato e disponibile senza troppa fatica fin da bambini (basti pensare all'abbondanza di siti erotici raggiungibili da chiunque), creano un legame di vera e propria dipendenza. Con quel che segue, incontrollabilità, bisogno di esperienze sempre più forti, incapacità alla fedeltà di coppia, ecc.

La vicenda di Marrazzo dovrebbe insegnare qualcosa ai genitori, a ricordare che nell'educazione dei figli non si può delegare l'aspetto della formazione affettiva e sessuale alla scuola o ai preti. E' compito del padre e della madre capirne l'importanza e, intanto, essere modelli di vita di relazione sana ed equilibrata, e poi usare la necessaria prudenza e gradualità per non creare dei futuri infelici.

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