giovedì 11 gennaio 2018

Psicologia, scienza moderna? No, più antica della medicina.

Spesso (anche nei corsi universitari) si sente dire che la psicologia è una scienza moderna, che nasce nell'800 con il laboratorio sperimentale di Wundt a Lipsia e poi con Freud per quanto riguarda la psicoterapia. 
Falso. 
Tommaso d'Aquino
In realtà, dal 1500 avanti Crist, in Grecia, l'interesse verso la conoscenza e soprattutto verso i modi di facilitare lo sviluppo armonico della personalità con un intento di capire come raggiungere l'equilibrio complessivo di anima e corpo  e la conseguente felicità, fu al centro delle riflessioni si grandi uomini: Socrate, poi il discepolo Platone, poi Aristotele. Questa linea fu successivamente ripresa e integrata alla luce della Rivelazione da giganti come Sant'Agostino e San Tommaso. Proseguì poi per secoli.Ma fu successivamente dimenticata, quando la cosiddetta "modernità" illuminista cercò di  dare il benservito alla civiltà o
ccidentale con il contributo di filosofie del pessimismo, del materialismo, della negazione dell'essere. Così la psicologia diventò pura osservazione dei meccanismi mentali astratti dalla globalità della persona, o lo studio deterministico del comportamento, o l'esplorazione delle pulsioni a cui lasciar campo libero, in totale spregio dell'unità dell'uomo, della sua libertà, del senso del suo esistere.
Oggi solo pochi orientamenti e pochi autori si sforzano di riproporre una Psicologia  etica (nel senso greco di scienza del carattere e di come realizzarlo al meglio), ma questa è l'unica strada percorribile per recuperare il senso di una disciplina che è nata per servire l'esigenza di uno sviluppo integrale dell'essere umano.
Per approfondire:
Martin Achavarria, "Da Aristotele a Freud", 
D'Ettoris Editore.

 «In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)