lunedì 16 gennaio 2017

Mao e la guarigione dei matti

Ad integrazione di quanto scrivevo tempo fa su Basaglia, quello che chiuso i manicomi perchè prima probabilmente aveva chiuso il cervello (link), riporto un breve ma prezioso scritto di Vittorio Messori, grande giornalista, scrittore ed intellettuale, sullo stesso soggetto:

Basaglia
Un piccolo promemoria per chi non ha vissuto gli anni Settanta , forse i peggiori in quanto in essi si tentò – ovviamente con risultati disastrosi –di mettere in pratica le teorie del Sessantotto. Si ebbe modo, così, di avare conferma del detto del realista : chi vuol creare il paradiso in terra , come risultato sempre provoca l’inferno.Quegli anni furono anche quelli di Franco Basaglia , lo psichiatra il cui nome suona funesto per migliaia di famiglie italiane, ma che allora fu acclamato come il non plus ultra del progressismo sociale .Era certamente di buona volontà e in buona fede : al contatto , come psichiatra , con gli ospiti dei manicomi si rese conto ( del resto giustamente ) che le cose andavano cambiate, in quella sorta di lager. Ma, allora, chi non si ispirava al marxismo era marchiato come un fascista. Comunque , questo psichiatra comunista lo era davvero : tra l’altro, fu tra gli intellettuali che firmarono il malfamato appello pubblicato su L’espresso in cui si dava dell’assassino al commissario Calabresi . Un documento ripugnante che fu una condanna a morte per quel poliziotto, uomo di un cristianesimo vissuto con convinzione e coerenza di vita. Basaglia elaborò, così, un metodo tutto teorico basato sullo slogan : la società fa impazzire ma la società – quella ovviamente anticapitalista – può far guarire. Prigioniero dell’estremismo cui lo portarono gli applausi di intellettuali e politici , giunse a predicare che la pazzia non esiste : c’è sempre e soltanto gente che, trattata con comportamenti sociali adeguati , ritorna “ normale “ . Anzi , no :la normalità stessa , diceva, non esiste . Visto il clima politico del tempo , si arrivò nel 1978 all’abolizione dei manicomi con una legge che scaricava sulle famiglie il peso di figli, mariti, mogli , fatti uscire dalle case dove erano ricoverati e affidati ai parenti. Il manicomio, dicevano Basaglia e i suoi , è un ergastolo, dal quale tutti devono essere liberati: ma, in pratica, lo furono a spese degli sventurati consanguinei , visto che le sofisticate “ strutture d’appoggio “ previste non furono realizzate o realizzate con grandi ritardi e carenze di personale adeguato e consapevole.Il solito fallimento delle utopie , allorché si pretende di realizzarle . Se qui ne parliamo è perché , tra i miei ritagli , trovo un articolo di Basaglia proprio del 1978, l’anno dell’approvazione della sua legge . Mi sembra utile riportarne un brano per mostrare sino a che punto potesse giungere la perversione ideologica. Scriveva , dunque , lo psichiatra , “ democratico “ : << In Cina, la stragrande maggioranze dei cosiddetti “ matti “ è curata politicamente, con il pensiero di Mao . Glielo si legge o glielo si fa leggere . Una soluzione che può sembrare semplicistica a un occidentale ma alla quale va riconosciuto un grande vantaggio : quello di trattare i malati come tutti gli altri , dato che l’organizzazione cinese è un enorme sistema politico-pedagogico centrato sull’educazione del popolo >>.No comment, ovviamente
Vittorio Messori "Vivaio" febbraio 2017


«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)

domenica 15 gennaio 2017

Quando la scienza vera è più spassosa di Zelig










Un audio fantastico, tutto da ascoltare (senza scandalizzarci): LINK










«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)

mercoledì 11 gennaio 2017

E' solo amore, baby

Non è nazismo, è amore
Dunque, 
una donna ha in pancia un bambino già prenotato da due gay, che pagano perchè appena partorito - purchè in buone condizioni di salute - venga preso e portato a casa loro affinchè si trastullino a farsi chiamare papà. Nel caso in cui il bambino, crescendo, impari anche la parola "mamma" e voglia pronunciarla, i due gay dovranno spiegare che lui non ha diritto ad usarla in quanto essendo stato concepito per compravendita, era previsto dal contratto che lui non avrebbe mai avuto una mamma. Qualora il bambino faccia presente che lui il contratto non l'ha mica firmato, i due gay sottolineeranno il fatto che il bambino non ha diritti in merito in quanto è stato fatto nascere per loro trastullo, che in realtà non è un lui, ma un esso, e quindi è esclusiva loro proprietà. 
Cirinnà mentre fa politica
Se il bambino si dimostrasse restio a farsi trattare da giocattolo per gay, i suoi compratori potranno sempre fare ricorso all'istruita Ministro dell'Istruzione Fedeli e alla sua amica Cirinnà, le quali spiegheranno al bambino che non si trova in un regime peggiore di quello nazista (infatti, per esempio, Niki Vendola o Cecchi Paone non portano a sfilare bandiere con la svastica, ma solo quelle arcobaleno), ma in una demoKrazia dove i diritti degli omosessuali, delle lesbiche, dei trans, degli Yorkshire, devono essere tutelati. Di conseguenza l'opinione pubica ricorda che se ai bambini questo non va bene possono anche andare a morire ammazzati. 
Per quest'ultima opzione ci sono apposite cliniche per aborti e prossimamente per eutanasia. Cliniche da non confondere con le camere a gas naziste in quanto quelle non erano igienizzate e pagate dalle Asl.

«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)

mercoledì 4 gennaio 2017

L'antistress del 2017

Gestire lo stress è una sfida che prima o poi tutti siamo chiamati ad affrontare. In una società come la nostra, dove le richieste sono molte e le risorse personali non sono infinite, è facile trovarsi in periodi critici in cui il carico da portare è veramente pesante. Mi limito a sottoporre all'attenzione cinque punti importanti che possono risultare vincenti nella quotidiana impresa del vivere sereni:

1. Buone condizioni generali. Per mantenere la buona salute ci sono poche regole fondamentali: Alimentazione sana, sonno non meno di quanto serve, leggera attività fisica. Niente dipendenze e ricorso ai medici solo per reali necessità.
2. Raccontare le preoccupazioni. Tenersi le cose per sè o far finta di niente è sbagliato. Condividere con persone fidate  alleggerisce moltissimo il carico di stress.
3. Delegare. Ci sono cose che dobbiamo fare noi e altre che possiamo far fare a terzi. Delegare, accettando anche le imperfezioni degli altri, fa benissimo alla nostra vita.
4. Imparare a distinguere tra problemi e fatti. I problemi prevedono una soluzione, i fatti vanno solo accettati. Inutile rompersi la testa di fronte ad un fatto, bisogna invece adattarsi e farsene una ragione. I problemi invece richiedono il massimo della nostra intelligenza per risolverli e venirne a capo. Molto spesso scambiare fatti per problemi è una delle fonti maggiori di stress.
5. Mantenere ordine nella nostra vita. Ma questa
è un'altra storia e ne parleremo a lungo...


«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)