sabato 27 dicembre 2014

La paura dei cani e la filosofia greca

 Esistono due realtà, quella vera e quella percepita. Quella vera (che potremmo chiamare di primo livello), è quella che può essere studiata e descritta in modo scientifico, ciò che vediamo, tocchiamo, pesiamo e misuriamo. Esiste poi un'altra realtà, quella psicologica, che non corrisponde alla realtà oggettiva, ma è la ricostruzione soggettiva della realtà, ciò che noi percepiamo come reale, ma di fatto è il frutto di una nostra rielaborazione. Questa realtà di "secondo livello" è il mondo in cui si sviluppano i problemi psicologici e dove possiamo trovarne le soluzioni. 
Un esempio come sempre può chiarire la faccenda. Un cane è un cane. Oggettivamente è un mammifero che ha certe caratteristiche, che ha un certo comportamento, che risponde a certi stimoli, che può essere classificato in base a determinati criteri, ecc. ecc. Siamo nel campo della scienza, della realtà di primo livello. Ma per me il cane è un essere magnifico, che mi da sicurezza. per te è una bestia pericolosa che mira ai polpacci, per un poliziotto è un compagno di lavoro, per un ladro è un ostacolo da superare, e così via. Questa è la realtà di secondo livello, quella soggettiva che ognuno si costruisce negli anni. E' evidente che la patologia, ad esempio la fobia dei cani, si posiziona  questo livello, ed è pure evidente che sperare di curare una persona convincendola con argomenti scientifici e razionali (solo un  cane su cento attacca l'uomo, l'attacco è prevedibile in base a certe osservazioni, se scodinzola vuol dire...) è una perdita di tempo e una grossa ingenuità.
Tutti i problemi di ansia, panico, fobia, depressione, pensieri paranoici, osessesisoni e altro si legano a percezioni  in qualche modo scorrette, irrealistiche, distorte, disfunzionali della realtà. Il trattamento tende a far emergere questi "errori cognitivi", a ripristinare un rapporto equiibrato e assennato con il mondo vero e a fornire gli strumenti per muoversi in questo mondo correggendo quei filtri soggettivi che disurbano e disorientano. 
Le psicoterapie che lavorano in questo modo si rifanno chi più chi meno agli apporti del cognitivismo e del costruttivismo, ma in fondo (nulla di nuovo sotto il sole!) sono tutte debitrici del filosofo greco Epitteto: "Gli uomini non sono agitati e turbati dalle cose, ma dalle opinioni che essi hanno delle cose".
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«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)

mercoledì 24 dicembre 2014



SOPRA LA SAPIENZA UMANA C'E' SEMPRE IL MISTERO
 
 BUON NATALE  E FELICE ANNO NUOVO!





«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)

lunedì 8 dicembre 2014

I trucidi de' Roma Capitale

Il garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni
In questa confusione magna di coatti, di venduti, di infami, di politici corrotti, di garanti dei diritti dei detenuti (ma de chè?) e di picchiatori panzoni, probabilmente il migliore articolo in circolazione è questo. Si tratta di un pezzo pubblicato dal Manifesto. Ora, posto che il Manifesto non sia il mio giornale preferito, anzi approfitto dell'occasione per dirvi che il mio giornale preferito ancora deve iniziare le pubblicazioni (si chiama La Croce, del grande Adinolfi, e uscirà il 13 gennaio), però in questo caso hanno sfornato un bell'articolo chiaro e sincero, che spiega bene alcuni punti oscuri di tutta la faccenda di Carminati e soci.

«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)