In occasione della festa di tutti i santi, mi è venuta voglia di ripubblicare un vecchio post che avevo scritto qualche anno fa. Forse è una cosa che non si fa nei blog, ma pazienza:
Oggi si celebra la festa dedicata a tutti i santi. Strana gente, i santi, dal punto di vista psicologico voglio dire. Sono persone normalissime che fanno scelte anormali. Normalissime perchè chi incontra un santo non vede un marziano con l'aureola sulla testa, vede una mamma, o un impiegato, o un contadino, o un intellettuale, insomma vede una persona come ce ne sono tante. Che si confonde tra tante altre, senza dare nell'occhio o suscitare una grande impressione. Eppure i santi vivono in un modo che a noi crea scandalo e imbarazzo. E' gente che ha una scala di valori diversa dalla nostra, che dà poca importanza a ciò che per noi è vitale e sarebbe pronta a dare la vita (e tante volte la dà) per cose che noi talvolta trascuriamo completamente. I santi sono persone che non amano la sofferenza e se stanno male vanno dal dottore anche loro, ma allo stesso tempo ringraziano Dio per la sofferenza che devono patire e la offrono in riparazione dei nostri peccati. E senza nemmeno avvertirci. I santi pur facendo una vita normale nel mondo sarebbero pronti a rinunciare a tutto il mondo in nome di Dio, perchè per loro l'amore di Dio ha una forza di richiamo così forte che nulla potrebbe distrarli dall'inseguirlo. I santi non appartengono ad una sola delle categorie in cui noi dividiamo la gente: poveri, ricchi, colti, ignoranti, occidentali, orientali, giovani, vecchi. Ci sono santi di tutte le specie e di tutte le appartenenze, l'unica cosa che li unisce è la spasmodica, violenta, imbarazzante aspirazione a fare la volontà di Dio, talvolta fregandosene completamente di quella che è la volontà dell'uomo. Epppure, allo stesso tempo, i santi amano l'uomo, lo servono, si spezzano per farsi nutrimento di chi ha fame. Strana gente, i santi, pronti a lasciare casa, amici, professione, onori, famiglia per una promessa di felicità. Strana gente i santi, chiacchierano poco, hanno un pessimo carattere, ma quando ti sorridono ti fanno intuire quanto deve essere bello il Cielo.
sabato 31 ottobre 2009
lunedì 26 ottobre 2009
Che fine ha fatto la persona?
Il segreto meglio custodito nella storia dell'umanità è il segreto confessionale. Molti sacerdoti sono morti piuttosto che rivelare fatti ascoltati in confessione. Questo perchè l'intelligenza della Chiesa ha sempre difeso il diritto alla riservatezza per ciò che riguarda la coscienza personale. Si è sempre distinto il ruolo sociale degli individui (e la sua legittima tutela) dalle debolezze intrinseche alla persona, che riguardano solo lei e il suo rapporto con Dio.
Nei paesi di tradizione cattolica si è assorbita questa mentalità, per cui una persona veniva valutata sui suoi atti pubblici e i suoi comportamenti esteriori, ma un velo di riservatezza si stendeva sulla vita privata.
Tutto questo fino a tempi recenti. Ricordo ad esempio che il tanto criticato Craxi, che pure contava tra i suoi cortigiani elementi di non elevatissima moralità, era stato oggetto di una lotta senza scrupoli, ma una lotta che si fermava sulla porta della camera da letto. Oggi non è più così. Veniamo da mesi in cui lo scontro politico si è giocato sulle ragazze frequentate da Berlusconi, sulla presunta omosessualità di Boffo, e adesso, su tutta la questione del governatore della Regione Lazio. Non mi piace.
Io voglio giudicare l'operato di Berlusconi come Presidente del Consiglio e non intendo misurare la sua capacità erotica o il numero dei suoi orgasmi. Mi interessa quello che Boffo scrive sul suo giornale, non la sua coerenza morale con quello che predica. Pretendo che Marrazzo faccia gli interessi dei cittadini della sua Regione, ma nel privato si scelga la compagnia che preferisce.
Questo tiro al piccione dentro le mutande dei personaggi pubblici è ripugnante e innesca un gioco al massacro pericolossisimo. Semplicemente perchè nessuno è al sicuro, tutti hanno scheletri - o strisce di cocaina - nell'armadio e tutti sono ricattabili. Compresi coloro che del pettegolezzo ne fanno la loro prima fonte di guadagno. Sarebbe bene per tutti ricordare le parole del Vangelo: "Chi è senza peccato scagli la prima pietra".
Nei paesi di tradizione cattolica si è assorbita questa mentalità, per cui una persona veniva valutata sui suoi atti pubblici e i suoi comportamenti esteriori, ma un velo di riservatezza si stendeva sulla vita privata.
Tutto questo fino a tempi recenti. Ricordo ad esempio che il tanto criticato Craxi, che pure contava tra i suoi cortigiani elementi di non elevatissima moralità, era stato oggetto di una lotta senza scrupoli, ma una lotta che si fermava sulla porta della camera da letto. Oggi non è più così. Veniamo da mesi in cui lo scontro politico si è giocato sulle ragazze frequentate da Berlusconi, sulla presunta omosessualità di Boffo, e adesso, su tutta la questione del governatore della Regione Lazio. Non mi piace.
Io voglio giudicare l'operato di Berlusconi come Presidente del Consiglio e non intendo misurare la sua capacità erotica o il numero dei suoi orgasmi. Mi interessa quello che Boffo scrive sul suo giornale, non la sua coerenza morale con quello che predica. Pretendo che Marrazzo faccia gli interessi dei cittadini della sua Regione, ma nel privato si scelga la compagnia che preferisce.
Questo tiro al piccione dentro le mutande dei personaggi pubblici è ripugnante e innesca un gioco al massacro pericolossisimo. Semplicemente perchè nessuno è al sicuro, tutti hanno scheletri - o strisce di cocaina - nell'armadio e tutti sono ricattabili. Compresi coloro che del pettegolezzo ne fanno la loro prima fonte di guadagno. Sarebbe bene per tutti ricordare le parole del Vangelo: "Chi è senza peccato scagli la prima pietra".
domenica 18 ottobre 2009
Un milione contro il Palazzo
Un milione di spagnoli in piazza, contro la proposta di legge di Zapatero di poter far abortire anche le sedicenni, e senza informare i genitori. Un milione, ma non basterà. La legge la faranno lo stesso e ne faranno anche di peggiori.
Perchè il popolo non conta nulla, conta la casta che gestisce il Potere, quattro gatti che manovrando informazione e denaro, fanno il buono e il cattivo tempo. Quellli che Pasolini definiva: "il Palazzo". Non dobbiamo aspettarci - purtroppo - che chi governa faccia l'interesse dei cittadini. Per lo più, per mantenere il consenso, fanno leggi che assecondano le peggiori spinte egoistiche. Chi vuole che qualcosa cambi veramente deve smetterla di appellarsi ad altri, deve impegnarsi in prima persona. La delega non serve, serve il sacrificio personale. A forza di lasciare ad altri la responsabilità ci siamo adagiati a non fare più nulla, così è diventato tutto commercio e baratto: tu lavori per me e io ti lascio spazi sempre più ampi di potere. E così i pochi spadroneggiano e noi siamo stati depredati del nostro.
In Spagna sono scesi in piazza per difendere la vita. Anche se troveranno un muro davanti sarà un bel segnale. Il milione di spagnoli forse non fermerà la legge omicida, ma quanto meno farà capire ai potenti che la gente non è con loro. Lor Signori sono da soli, arroccati nelle stanze del loro Palazzo, senza più contatto con la vita, con la verità, con loro stessi.
Perchè il popolo non conta nulla, conta la casta che gestisce il Potere, quattro gatti che manovrando informazione e denaro, fanno il buono e il cattivo tempo. Quellli che Pasolini definiva: "il Palazzo". Non dobbiamo aspettarci - purtroppo - che chi governa faccia l'interesse dei cittadini. Per lo più, per mantenere il consenso, fanno leggi che assecondano le peggiori spinte egoistiche. Chi vuole che qualcosa cambi veramente deve smetterla di appellarsi ad altri, deve impegnarsi in prima persona. La delega non serve, serve il sacrificio personale. A forza di lasciare ad altri la responsabilità ci siamo adagiati a non fare più nulla, così è diventato tutto commercio e baratto: tu lavori per me e io ti lascio spazi sempre più ampi di potere. E così i pochi spadroneggiano e noi siamo stati depredati del nostro.
In Spagna sono scesi in piazza per difendere la vita. Anche se troveranno un muro davanti sarà un bel segnale. Il milione di spagnoli forse non fermerà la legge omicida, ma quanto meno farà capire ai potenti che la gente non è con loro. Lor Signori sono da soli, arroccati nelle stanze del loro Palazzo, senza più contatto con la vita, con la verità, con loro stessi.
martedì 13 ottobre 2009
Ricordo di votare...
... la mia collega e amica pittrice Maria Teresa Protettì. Vedi tre post più sotto. Grazie
venerdì 2 ottobre 2009
Confusione perversa
L'altro ieri, girando tra i canali televisi mi sono fermato per un momento sul telegiornale (o almeno così vogliono far credere che sia) di Italia 1. C'era un servizio piuttosto noioso, con un video ripetuto almeno tre volte, su un parco in America dove alcuni elefanti lavano i vetri alle macchine dei visitatori. Tono scherzoso e leggero. Successivamente la giornalista toglieva il sorriso plasticato dalla faccia e annunciava seria l'aggravamento della situazione a Sumatra per il terremoto e lo tsunami. Sullo sfondo immagini di rovina e distruzione. Dopo un attimo riprendeva il tono leggero e partiva un servizio che sinceramente non mi ricordo, ma riguardava qualche sciocchezza canterina o cinematografica. Frizzi e lazzi. Ancora subito dopo immagini amatoriali su Sumatra, Morti, feriti e disperazione.
Questo tipo di miscuglio, una brodaglia stomachevole in cui tutto si mischia con tutto, serio con faceto, sangue con spumante, cadaveri con bionde ammiccanti, non è solo lo spettacolo orrendo che ci regala Studio Aperto. E' la cifra della nostra società, cioè è il marchio onnipresente che caratterizza in larghissima parte il mondo in cui viviamo. Questa confusione la troviamo dappertutto: nella società civile, in cui chi dovrebbe avere un ruolo di un certo tipo si comporta anche in modi che non si legano al suo status. Nelle relazioni, dove maschio, femmina, omosessuale, bisessuale, trans, ecc. ecc. va tutto bene ("l'importante è essere se stessi", appunto, ma quale dei se stessi possibili?). Nei comportamenti sessuali, dove adulti provano desiderio verso bambini. Nelle norme, dove si rifiuta ogni criterio oggettivo in nome di un relativismo che giustifica tutto. Nella religione, dove si fa appello alla coscienza individuale togliendo ogni riferimento ad un Assoluto valido per tutti. Nell'arte, dove qualunque analfabeta ha diritto ad esibirsi pretendendo anche di ottenere consenso. Nella scuola, dove quasi nessuno più, credo, insegna la passione per le idee "chiare e distinte". Nei rapporti sociali, dove non si ha il rispetto del limite e degli spazi altrui. A proposito di spazi, i graffiti sui muri sono l'emblema tipico di questa confusione: ragazzi senza idee che disegnano cose senza significato su spazi che sono di altri.
Insomma viviamo sempre più nella notte nera kantiana dove "tutte le vacche sono nere". Molti subiscono senza nemmeno capire dov'è il problema. Altri sono contenti, perchè pensano sia un progresso e magari battezzano il fenomeno con il termine "contaminazione", per darsi un tono da intellettuali. A me , che faccio il mestiere di psicologo, la compresenza confusa e indistinta in una stessa realtà di elementi tra loro incompatibili fa venire in mente una parola sola: schizofrenia. O se vi piace di più: dissoluzione della personalità, frammentazione dell'io, scissione. Comunque certo non un progresso. E infatti, il disagio sociale è sempre maggiore, molti cercano riparo in realtà iper-dogmatiche, settarie, integraliste, altri trovano rifuglio in mondi paralleli estraniandosi dalla realtà (vedi il mio articolo sulle dipendenze), altri ancora stanno semplicemente male, senza nemmeno rendersene conto.
Scoraggiarsi? certamente no. Tornare indietro nemmeno. Bisogna però impegnarsi a riscoprire la necessità dei limiti e dei confini. In tutto. Solo distinguendo, usando la ragione e ricercando la verità, si potrà rimettere ordine in una confusione che sta diventando sempre più ipercaos.
Questo tipo di miscuglio, una brodaglia stomachevole in cui tutto si mischia con tutto, serio con faceto, sangue con spumante, cadaveri con bionde ammiccanti, non è solo lo spettacolo orrendo che ci regala Studio Aperto. E' la cifra della nostra società, cioè è il marchio onnipresente che caratterizza in larghissima parte il mondo in cui viviamo. Questa confusione la troviamo dappertutto: nella società civile, in cui chi dovrebbe avere un ruolo di un certo tipo si comporta anche in modi che non si legano al suo status. Nelle relazioni, dove maschio, femmina, omosessuale, bisessuale, trans, ecc. ecc. va tutto bene ("l'importante è essere se stessi", appunto, ma quale dei se stessi possibili?). Nei comportamenti sessuali, dove adulti provano desiderio verso bambini. Nelle norme, dove si rifiuta ogni criterio oggettivo in nome di un relativismo che giustifica tutto. Nella religione, dove si fa appello alla coscienza individuale togliendo ogni riferimento ad un Assoluto valido per tutti. Nell'arte, dove qualunque analfabeta ha diritto ad esibirsi pretendendo anche di ottenere consenso. Nella scuola, dove quasi nessuno più, credo, insegna la passione per le idee "chiare e distinte". Nei rapporti sociali, dove non si ha il rispetto del limite e degli spazi altrui. A proposito di spazi, i graffiti sui muri sono l'emblema tipico di questa confusione: ragazzi senza idee che disegnano cose senza significato su spazi che sono di altri.
Insomma viviamo sempre più nella notte nera kantiana dove "tutte le vacche sono nere". Molti subiscono senza nemmeno capire dov'è il problema. Altri sono contenti, perchè pensano sia un progresso e magari battezzano il fenomeno con il termine "contaminazione", per darsi un tono da intellettuali. A me , che faccio il mestiere di psicologo, la compresenza confusa e indistinta in una stessa realtà di elementi tra loro incompatibili fa venire in mente una parola sola: schizofrenia. O se vi piace di più: dissoluzione della personalità, frammentazione dell'io, scissione. Comunque certo non un progresso. E infatti, il disagio sociale è sempre maggiore, molti cercano riparo in realtà iper-dogmatiche, settarie, integraliste, altri trovano rifuglio in mondi paralleli estraniandosi dalla realtà (vedi il mio articolo sulle dipendenze), altri ancora stanno semplicemente male, senza nemmeno rendersene conto.
Scoraggiarsi? certamente no. Tornare indietro nemmeno. Bisogna però impegnarsi a riscoprire la necessità dei limiti e dei confini. In tutto. Solo distinguendo, usando la ragione e ricercando la verità, si potrà rimettere ordine in una confusione che sta diventando sempre più ipercaos.
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