mercoledì 25 marzo 2015

Una condizione incondizionata

"La vera contentezza è una cosa attiva come l’agricoltura. È la capacità di tirar fuori da una situazione tutto quello che contiene. È difficile ed è rara." (G.K. Chesterton)
La condizione della donna è l'essere donna. Parlare a tavolino del problema della condizione femminile è alquanto ambiguo.  Perchè allora potremmo parlare della condizione dell'uomo, della condizione del panda, di quella dell'airone e di quella del topo-ragno. Ma la condizione di qualsiasi cosa consiste esattamente dell'essere quella cosa specifica, e non un'altra.
Quello che maliziosamente penso è che il "Problema della Condizione Femminile" (tutto al maiuscolo così i benpensanti sono soddisfatti) nasconda sotto sotto l'idea che la condizione di una qualsivoglia realtà sia soggetta a manipolazioni, a modificazioni genetiche, a opinioni e tentativi di cambiamento. L'idea cioè che l'uomo abbia diritto a cambiare la realtà a suo piacimento, a sottoporla a critiche e a proporne delle revisioni. Non credo sia possibile.
Ciò che esiste ha una sua realtà precisa, che comporta dei limiti, delle possibili espressioni ben precise, delle caratteristiche definite. Le condizioni delle cose o delle persone non si cambiano, si accettano. Siamo amministratori di ciò che esiste, ma non padroni.


«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)

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