mercoledì 9 luglio 2014

Gli eccessi in Psicoterapia

 
La psicoterapia deve fronteggiare spesso un pericolo che può compromettere il buon esito del trattamento. Il pericolo in questione si chiama eccesso. La tendenza all'eccesso è presente sia nel paziente che nel terspeuta e si può manifestare in vari modi, non sempre chiaramente riconoscibili.  
Non deve stupire che anche il terapeuta sia sogggetto  al percolo di eccedere, la verità è che ogni persona condivide  la stessa  tendenze alla ricerca del successo, e una volta trovata una modalità valida allo scopo si pensa di reiterarla con ostinazione senza mai arrivare ad una conclusione. Questo meccanismo vale anche se il successo è quello terapeutico e se riguarda il bene del paziente. 
Facciamo degli esempi. Il paziente può eccedere idolatrando la terapia, vivendola come la panacea per ogni male, attribuendole la capacità di risolvere qualsiasi problema e di donare la felicità. Nonostante l'apparenza buona, questo atteggiamento è segno di una tendenza all'idealizzazione e alla deformazione della realtà quanto mai negativa. La terapia come sappiamo (LINK) va usata nel.modo giusto chiedendole quello che può dare, ma rimanenndo nelle sue competenze. Si può eccedere anche raccontando nelle sedute una quantità di dettagli e particolari che invece di aiutare a far chiarezza creano solo una cortina fumogena che nasconde le questioni chiave. In questo caso l'eccesso di racconto diventa una carenza di verità. Il modo giusto di procedere è sintetizzare dei temi ricorrenti e trasformarli in punti fermi della storia individuale su cui lavorare, senza perdersi in mille rivoli dispersivi. 
Qui si esagera...
Il terapeuta pure può eccedere. Ad esempio ponendosi degli.obiettivi troppo alti. Compito dello psicologo è rendere una persona libera di compiere le prprie scelte conoscendo e gestendo quei fattori limitanti che prima la condizionavano. Puntare ad una completa realizzazione del paziente e al superamento di tutti i suoi limiti può essere un eccesso.  Non tutti possono arrivare a tutto. Un altro modo di eccedere dal punto di vista del terapeuta è quello di voler spiegare ogni cosa. E' una pretesa narcisistica pericolosa e fuorviante. Nessuno è in grado di entrare così profondamente nel cuore umano da svelarne integralmente le profondità e le dinamiche. Ci saranno sempre (e ci dovranno essere sempre) zone intime, private e insondabili, luoghi della coscienza e della lotta e della libertà, chiusi e irragiungibili. Il terapeuta potrà indicarrne l'esistenza, potrà alleviarne il dolore, potrà incoraggiarne l'esplorazione, ma niente più di questo. Ogni eccesso in questo campo è un danno e - a parer mio - un delitto. Ecco perchè la terapia non può durare un tempo troppo elevato. Anche questo è un eccesso.
Come si vede, tanti sono i modi con cui si può andare oltre in psicoterapia. La regola d'oro per evitare pericoli è praticare la virtù della sobrietà, cioè della ricerca del giusto mezzo. Abituarsi a pensare, vivere, lavorare, riposare, parlare... QB - Quanto Basta: non poco non troppo.
Oggi noi viviamo in una società degli eccessi, in cui qualsiasi sciocchezza viene vissuta in modo esagerato, come se fosse questione di vita o di morte. Siamo assuefatti all'eccesso. Ma questa società, come possiamo tilevare anche ad uno sguardo superficiale, certamente non è a misura d'uomo. L'attitudine all'eccesso fa vivere sempre sotto un carico di stress
elevatissimo, con un'attivazione abnorme dell'arousal. Insegnare a recuperare il senso della sobrietà e della giusta misura è uno dei compiti insostituibili di uno psicoterapeuta.

09/07/14 Tutti i diritti riservati: Silvio Rossi - Roma

«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)

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