mercoledì 27 novembre 2013

Violenza sulle donne o violenza sulla famiglia?



Bene, anche questa volta siamo usciti indenni e istruiti dalla giornata contro la violenza sulle donne . Abbiamo capito tutto, le donne sono le vittime, gli uomini sono i violenti, la famiglia è la scena del crimine e noi cittadini  siamo i cojoni  che dobbiamo berci tutto questo.
 Ma qualche volta non ci va di passare per stupidi. E allora usiamo la logica. E’ evidente che la famiglia sia  la scena del crimine, visto che se vivi da sola  l'unica violenza che puoi subire è una graffiata da parte del gatto; e visto pure  che adesso chiamano  famiglia qualsiasi  convivenza, basta solo che una donna subisca soprusi  da uno con cui sta da tre settimane  e già si parla di violenza in famiglia.
 Ma il fatto davvero straordinario  è che questi politicanti che fanno la passerella sulle spalle delle donne e questi giornalisti cialtroni che ubbidiscono  al pensiero dominante, non dicono la cosa più importante e più vera:  la maggior parte degli uomini che si macchiano di questi delitti così infamanti, sono affetti da dipendenze patologiche. Sono alcolisti, cocainomani, abusatori da Cannabis, tutte sostanze che sono in grado di ottenebrare il cervello, scatenare i peggiori istinti, rendere un uomo (e una donna) un animale, lasciarlo completamente in balia di allucinazioni, paranoie, crisi incontenibili di rabbia.
Invece, guarda un po’, la colpevole è la famiglia, dicono questi sciacalli, e tutti pensano alla famiglia quale dovrebbe essere, costituita da un maschio e una femmina, indissolubile, basata su un riconoscimento pubblico. Ma, ancora guarda un po’, è proprio la famiglia che per natura è attrezzata a educare quei maschi di cui sopra a rispettare le donne, a non drogarsi, ad avere un atteggiamento responsabile verso se stessi, proprio grazie all’esempio e alla disciplina data da quei padri che lor signori fanno di tutto per demonizzare. E il cerchio è chiuso: Bastardi gli uomini, bastarda la famiglia, santi e rispettati i pusher che fanno sì che le donne riempiano i cimiteri. Fantastico.  E le donne, poi, che invece di protestare contro una televisione schifosa che le sfrutta e le mette in vetrina come oggetti da comprare e da vendere, si mettono i nastrini al collo e vanno a manifestare in piazza, povere illuse, come se la droga e l’alcool usati dagli uomini che si sono prese svaniscano all’istante perché loro sono in piazza ad ascoltare gli “intellettuali” che le sfruttano ulteriormente per fare carriera. E il doppio cerchio è chiuso. Anzi, la pietra tombale ha chiuso nel sepolcro la speranza delle donne.  E su quella pietra c’è una scritta: “Speravi forse che smettesse di essere tossico perchè tu l’amavi”?


«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)

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