venerdì 27 luglio 2012

Figli di Pannella, e foglie sparse

Sguardo sicuro, opinioni ferme.  
Io non ho opinioni particolari su Saviamo, a parte che mi sta antipatico, ma lo sappiamo, la simpatia e l'antipatia sono facccende poco razionali che vannno al di là del valore reale della persona. Sta di fatto che Saviano, al quale piace parlare di tante cose, ha parlato anche di droga, e recentemente ha ribadito quell'opinione condivisa dai benpensanti, che la cannabis vada legalizzata.
Il perchè è il solito: se si liberalizza la cannabis viene dato un duro colpo alle organizzazioni mafiose che sul traffico di droga ci speculano.
Il perchè è il solito, e l'ingenuità pure.  Se gli togliamo la cannabis, ci sono sempre l'eroina, la cocaina, gli allucinogeni, i funghi, l'extasy, lo shaboo, le droghe sintetiche, il crack, nonchè i farmaci di contrabbando,  il commercio d'organi, la prostituzione, il mercato del gioco, il traffico di rifiuti tossici, il commercio d'armi... Non credo che le mafie si impoverirebbero per qualche tonnellata d'erba. Considerando inoltre che si butterebbeo ad accaparrarsi il mercato legale di cannabis.
Ma Saviano, oltre ad essere un ingenuo è anche uno che non capisce una cosa. Ormai la scienza sa perfettamente che la cannabis è una drogra a tutti gli effetti, pericolosa, che crea dipendenza e assuefazione.  Le nostre giovani genearazioni già sono rincoglionite (termine prettamente psichiatrico), sedate e depredate di vita da un uso abbondante di hashish e marijuana. Noi operatori ci affatichiamo per recuperare, ove sia possibile, le vittime della cannabis. Moltissimi incidente e atti di violenza sono causati da cannabis, da sola o mescolata con altre sostanze. Ma Saviano non è soddisfatto, vuole far accedere a questo sano prodotto della terra chiunque, e senza problemi di tipo legale. Un successo per il paladino della legalità. Un trionfo per l'amico di Fabio Fazio. Dice, ma che c'entra Fazio? Niente, ma non sopporto nemmeno lui.

«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)

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