domenica 18 dicembre 2011

Passeggiando tra la carta

Passeggio in una grande e fornita libreria di Roma. Ogni tanto mi succede. E' un piacere, ma anche un modo rapido per capire quello che si dice in giro e quali sono le idee dominanti in un certo periodo. Non è difficile, basta dare un'occhiata agli scaffali più in vista, rendersi conto di quali siano le novità, e si capisce molto, forse quasi tutto quello che serve. Non serve leggere il contenuto, bastano il titolo e le note di copertina, creano opinione.
E allora si notano subito le tendenze di questo periodo: non sono molte. C'è un filone chiarissimo che è quello anticlericale, ripiani interi di libri che pretendono di svelare chissà quale scandalo all'interno del Vaticano, dalla corruzione dei vescovi, ai delitti di curia, alla Banca Vaticana, ecc. ecc. Poi c'è un filone che definiremmo "Anticasta", ovvero di denuncia e inchieste sui vari e soprattutto avariati aspetti della politica nostrana, comprese le intersezioni tra potere e malavita. C'è poi un settore destinato al romanzo, ma con una prevalenza di thriller o fantasy (con gli immancabili templari che fanno sempre cassa) con squartamenti vari di contorno. Nel reparto bambini c'è un inno all'analfabetismo, con libri in cui le figure hanno una decisa prevalenza rispetto ai testi. L'argomento dominante tra i piccoli è la magia o la stregoneria, declinata in diverse sfumature, oppure tutto un filone di scritti che hanno come tema quello del superamento di paure  e insicurezze: in assenza di padri, si ricorre ai libri. A proposito di padri che non ci sono, c'è un ancor piccolo (ma vivace) mercato di libretti dedicati ai bambini che si trovano in una spiacevole esperienza, quella di rendersi conto che il loro padre oltre ad averli abbandonati, magari ha scelto pure un rapporto omosessuale. Non sono ancora libri esposti in primo piano, ma c'è tutto un fiorire di sedicenti intellettuali che spinge in loro favore.
Accanto a tutto questo materiale libresco, che basterebbe a stomacare persino un lettore abituato ai film di Boldi /De Sica, ci sono poi i ricettari, i vari libretti dei comici di Zelig, e gli immancabili best seller, che gli editori vorrebbero che noi comprassimo solo perchè hanno venduto molto in Inghilterra e America. Se c'è un motivo per lasciarli sullo scaffale non ce ne potevano dare di migliore.
Ma allora non c'è proprio speranza? Ma si che c'è. Basta andare oltre i primi scaffali e cominciare un prezioso lavoro di esplorazione. Nascosto tra un Volo e un Faletti, soffocato sotto un Grisham o un Augias, magari troveremo un piccolo libretto che ci toccherà il cuore, lasciato lì per sbaglio, ma dalla copertina tenera e mal ridotta. Compriamo proprio quello, l'unica copia della libreria, teniamocelo stretto, forse sarà stato un affare, forse sarà una fregatura, ma almeno non di moda, è già qualcosa.

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