sabato 20 gennaio 2007

Ne uccidono più gli ignoranti della mafia

I titoli sono stati di questo tenore: "La famiglia ne ammazza più della mafia". Si riferivano a tanti episodi di cronaca nera in cui all'interno delle famiglie si sono verificate aggressioni ed omicidi. Ma i giornali, che riportavano le recenti statistiche in proposito, non riflettevano su un punto: non sono le famiglie che provocano gli omicidi, ma le famiglie stesse sono le prime vittime di un aggressione mai vista contro il matrimonio e l'istituto familiare e, quando le famiglie vanno in pezzi, anche le persone si autodistruggono. A questo proposito Allan C. Carlson, direttore dell’Howard Center for Family, Religion and Society e presidente del World Congress of Family, che da trent'anni si occupa di politiche familiari, in una recente intervista ad Avvenire ricordava che: "Indubbiamente negli ultimi quaranta anni è cresciuto enormemente un movimento internazionale che ha come scopo quello di eliminare il matrimonio, base della famiglia. È un’alleanza che ha messo insieme i sostenitori della rivoluzione sessuale, del controllo delle nascite, del "divorzio facile", della contraccezione e così via. L’obiettivo è quello di indebolire se non distruggere il rapporto tra matrimonio e procreazione. La legalizzazione delle unioni omosessuali è soltanto una logica conseguenza di questo desiderio di separare la procreazione dal matrimonio, che vuol dire avere figli e crescerli". E ancora: "Si vuole eliminare tutto ciò che sta tra il governo e l’individuo, per questo la famiglia fondata sul matrimonio – società autonoma e originale – è il nemico numero uno. Il modo più semplice per eliminare il matrimonio è allargarlo, assimilandovi altre forme di unione. Cancellando cioè il suo essere unico e speciale".
E' un'analisi che mi sento di condividere completamente. E i mass media, strumenti potentissimi messi a disposizione - più o meno consapevolmente - di questo progetto, fanno da eco a tutti i proclami antifamiglia. Così vogliono ricoprire di terra quella lampante verità che ancora Carlson giustamente ricorda: "Ci sono ormai tantissimi studi che dimostrano come i bambini nati e cresciuti in situazioni familiari anomale accusino pesanti conseguenze sul rendimento scolastico, sulla qualità del lavoro, sulla tendenza all’alcolismo e alla tossicodipendenza, e anche alla criminalità. Peraltro questo non dovrebbe stupire, visto che il matrimonio dalla sua origine ubbidisce alla funzione sociale di proteggere i bambini, di crescerli ed educarli. Nelle nostre società oggi, invece, troviamo leggi sul matrimonio e sul divorzio che di fatto favoriscono chi vuole divorziare".
Allora, è urgentissimo e doveroso per tutti quelli che hanno a cuore il destino delle presenti e delle future generazioni, rispondere a questa serie apparentemente interminabile di aggressioni. E' necessario e vitale lavorare per la rinascita della famiglia, l'unica vera famiglia, quella psicologicamente sana, quella fondata sul matrimonio, con un patto indissolubile tra un uomo e una donna.

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