martedì 15 aprile 2014

Bizze capricciose

Una gran fetta delle sofferene psichiche è data dal pessimo rappoorto che abbiamo con la realtà.
E' un fatto che siamo abituati ad avere una tale sopravvalutazione di noi stessi e delle nostre capacità da crederci quasi onnipotenti; ci sentiamo così in diritto di ottenere tutto quello che desideriamo, semplicemente per il fatto che siamo noi a desiderarlo, che pretendiamo di poter soddisfare ogni nostra aspirazione.
Ora, agendo in questo modo non solo ci comportiamo da bambini ineducati, ma ci prepariamo ad una vita estremamente dolorosa e ricca di delusioni. Infatti questa sorta di delirio di onnipotenza, secondo il quale il nostro io assomiglia tanto al nostro Dio, ci fa scontrare con la realtà, che evidentemente non è molto d'accordo con quest'idea. La realtà, infatti, ci sovrasta, ci supera, ci travolge, e - soprattutto - mostra i nostri limiti. La realtà, ovvero il mondo così com'è, ben diverso da come vorremmo che fosse, non ama affatto le nostre utopie, i nostri sogni di gloria, le fantastiche favole che ci raccontiamo per dare un senso alle nostre vite. La realtà ama la realtà, la realtà fatta di verità, mentre noi uomini amiamo molto le illusioni e chi le vende. Le persone vogliono essere prese in giro, e pur di ascoltare cose che fanno solletico alle loro orecchie sono disposte a pagare, talvolta caro.
donna di 35 anni
E' chiaro che questo braccio di ferro tra una persona che vuole imporre i suoi desideri e una realtà che invece ha progetti diversi, lascia sempre sul terreno una vittima e un vincitore: il vincitore è la realtà la vittima la lascio all'intuizione del lettore. E l'esperienza clinica mostra come molte sofferenze, soprattuto di tipo depressivo, scaturiscano proprio dall'incapacità di accoglienza della realtà. Proporre a queste persone un antidepressivo pensando che sia una malattia da curare con le pastiglie non merita nemmeno un
commento.
uomo di 40 anni
Gli psicofarmaci possono alleviare momentaneamente i sintomi, ma è l'intera personalità che va guarita, cercando di riportarla nella realtà, con un atteggiamento di serena accettazione, di pacifica "coabitazione" con i propri fallimenti, che se ben vissuti non sono mai tali, ma aprono le porte a evoluzioni positive della propria storia.
La realtà ama chi usa i verbi al condizionale: mi piacerebbe, vorrei, sarei contento se... e distrugge chi usa gli assoluti: devo, voglio, pretendo... Una persona è pienamente realizzata quando sceglie il bene e il vero, comprendendo che questi non sono mai in contraddizione con la realtà e tra di loro.
.
«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)

Nessun commento: