giovedì 27 febbraio 2014

Per sempre sposi

Oggi mi trovavo a Prati Fiscali, nord est di Roma per chi non è pratico, e ho incontrato Paolo. 
Paolo, un uomo di una quarantacinquina d'anni che conosco da quando era bambino e faceva il catechismo per la prima Comunione. Si aggirava tra le macchine e chiedeva dei soldi con qualche pretesto. Ma Paolo ha un solo motivo di di chiedere i soldi. Da ragazzo ha iniziato il suo percorso di drogato, prima con un atteggiamento da bella vita, poi trasormata in mediocre esistenza, e ora in tragica e irrecuperabile (a meno di un miracolo) sopravvivenza. Essendo di zona l'ho intravisto spesso e ho assistito al suo progressivo collasso umano senza poterci far nulla, purtroppo. Prima sorridente, poi con un'espressione sempre più assente e finta fino a ad essere solo qualcuno portato a spasso da un guinzaglio invisibile, ho visto spegnersi poco a poco la sua umanità.
Nei suoi momenti di lucidità Paolo, o chi si impietosiva per lui,  ha tentato di fare qualcosa, ha tentato anche diversi programmi in comunità, ma come dicono i saggi  dell'Oms, la tossicodipendenza è una malattia cronica recidivante, e così Paolo, pur non sapendo probabilmente cos'è l'Oms, ha recidivato più e più volte. Di comunità in comunità, di Sert in Sert, di strada in strada, te lo ritrovo in mezzo alle macchine, sempre più malridotto, dedito con fedeltà al matrimonio che lo ha visto protagonista di una struggente storia di amore e di passione: Paolo ed Eroina, sposi per sempre .


«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)

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