venerdì 1 ottobre 2010

Alla mensa di Epulone

Mi diceva un paziente: "In fondo niente di nuovo sotto il sole, i politici rubavano ieri e continuano a rubare oggi". Discorso un pò facile, un pò semplicistico, ma in un certo senso condivisibile. I governanti e i potenti di ogni epoca sono sempre stati sottoposti alla tentazione di approfittare della loro condizione e di utlizzarla più che per il bene comune, per i propri interessi. "Chi amministra ha minestra" ripetevano i nonni che la sapevano lunga.  Non vale la pena rodersi il fegato, nè invocare chissà quale cambiamento. Mutano le facce, non cambiano i cuori. Quello che però mi fa pensare è la profonda differenza che si nota tra i politici di qualche decennio fa e molti di quelli di oggi. Io che mi occupo anche di tossicodipendenza da diverso tempo, osservando certi nostri rappresentanti, ho la netta sensazione di trovarmi fuori da un SerT (Servizio per le Dipendenze), davanti ad un marciapiede, dove persone senza più autocontrollo, dignità personale, senso dei limiti, gridando con la bottiglia in mano, raccontano al condominio di metadone,, di una macchina rubata, dell'ultimo rifugio di fortuna strappato dal barbone di turno. Sono presi dai loro confusi e aggressivi impulsi che a loro sembrano pensieri, digrignano i denti o ridono all'improvviso per l'abbaiare di un cane. Spettacolo tristissimo di  persone in cui è difficile stabilire tra droga, alcool disturbo del comportamento e del pensiero, cosa abbia provocato cosa. Alcuni di loro ne usciranno? Forse, ma pochi, solo chi - in un momento di lucidità - sarà capace di guardarsi allo specchio con onestà. E dopo essersi guardato, se avrà ancora qualche risorsa mentale risparmiata dalla droga, chiederà davvero aiuto. Non posso fare a meno di pensare ad una certa classe di politici nostrani (e non distinuguo tra partiti, non mi interessa): cocainomani, molti depravati moralmente, molti ex-picchiatori repressi forzatamente in una giacca e cravatta che non gli appartiene. Si insultano, si accusano reciprocamente, scoperti con le dita nella marmellata si difendono attaccando. Non hanno il senso del limite, non controllano nè le parole, nè i pensieri che dovrebbero anticipare le parole. Non misurano i gesti, sono imbarbariti. Piegano la schiena al più forte, si vendono, si comprano, mancano di ideali e di progetti alti. Si spiano e si ricattano, si scambiano le ragazze che aspirano alle briciole del banchetto. Fanno finta di fare la voce grossa, ma si comportano da cortigiani ossequiosi dei poteri che li hanno messi lì. No, qui non si tratta di non rubare, si tratta di una generazione politica che ha smarrito l'orientamento, e non si salva la destra e non si salva la sinistra. E non si salvano nemmeno i "puri", che vogliono sostituire gli altri.  Qualcuno ne verrà fuori? Non riesco a non aver fiducia nel futuro, ma è necessaria davvero una rivolta morale.

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