mercoledì 1 agosto 2007

Grazie Chiara

da "Avvenire" del 29/07/2007, ricopio pari pari un pezzo molto stimolante:

AAA, SVUOTATORE DI PESO INTERIORE CERCASI
Di Chiara Zocchi
Premetto, per gli allergici, che il seguente articolo contiene una dose elevata di parentesi.(Vedere) (Ascoltare) (Fruire) (Percepire) (Sentire)Viviamo in uno stato di assorbenza continua. Siamo esseri assorbenti, come lo Scottex. Non solo la nostra pelle esteriore, infatti, è dotata di pori, ma anche quella interiore, ovvero quella che riveste il pensiero ed il sentire. E l'Esterno si approfitta del nostro essere "porosi", in vari modi: informando, mostrando, dicendo. (Troppo). L'Esterno non riesce mai a contenersi. Ama traboccare. E noi - curiosi come siamo - leggiamo, guardiamo e ascoltiamo. Non rimaniamo mai un attimo vuoti. Abbiamo paura di tornare la pagina bianca che in origine siamo. Temiamo i travagli che precedono le rinascite. Il non-fare ci spaventa più dello strafare. E il silenzio ci crea una specie di disagio nelle orecchie. Ma, a furia di introdurre informazioni (o deformazioni), suoni (o rumori), visioni (o immagini) e semplici (o complicate) parole… i nostri pori-interiori si sono dilatati, fino a diventare quasi dei buchi. Eh sì, spesso siamo inconsapevolmente bucati. Tanto che le cose leggere ci attraversano creando correnti di spiritualità che fanno prender freddo all'io.(Vedere) (Ascoltare) (Fruire) (Percepire) (Sentire)Così come ci si rivolge ai "dermatologi" (o ai forum online!) per lenire il problema della "dilatazione dei pori", accogliendo i vari suggerimenti di "pulizia regolare" e magari di una bella maschera di argilla con funzione astringente. Allo stesso modo si avrebbe bisogno di un consiglio per ovviare alla dilatazione dei pori interiori. Ma chi si occupa di fare le pulizie del mondo interiore? Chi può darci dei suggerimenti contro la bucatezza? Non so se esistano professionisti della pienezza, restitutori di senso, svuotatori di pesantezza, appacificatori di caos. Sono professioni che non ho mai visto sui biglietti da visita, o nelle pagine gialle. E non è così facile trovare dei buoni "cosmetici" per mantenersi belli-dentro. Certo, ci sono dei libri che vanno bene un po' per tutti i tipi di dolore (vedi le Epistole a Lucilio di Seneca), simili a quei farmaci che non mancano mai nel nostro "armadietto delle medicine", che spesso è una semplice scatola, a volte una porzione di armadio, e ogni tanto un luogo aleatorio che tiene in costante allenamento la nostra memoria (ma dove cavolo l'ho messo??). Forse bisognerebbe - semplicemente - smetterla (per un po') di riempire, e cominciare a tentare di svuotare. In che modi? Se per esempio la lettura è "riempiente", la scrittura può essere "svuotante". Se per esempio l'ascoltare musica è riempiente, il produrla (emettere suoni, fare rumori, cantare sotto la doccia) può essere svuotante. Se per esempio il guardare è riempiente, tenere gli occhi chiusi può essere svuotante. E così via, fino alla fine delle idee.Sono molte le attività riempienti, cui corrispondono altrettante attività possibilmente svuotanti.Ma, perché questo articolo abbia un senso dovrebbe forse non essere letto, ma cancellato, o scarabocchiato, o sovrascritto. È anche vero che, non leggendolo, magari non si mediterebbe sul fatto che a volte sarebbe meglio scrivere piuttosto che leggere, per il bene dei propri "pori interiori". Conclusione: forse il vuoto non può essere comunicato che attraverso se stesso. Perciò sarebbe bello che ogni tanto in un giornale ci fosse una pagina bianca, pulita, vuota. Ecco perché terminerò con una serie di parentesi svuotanti in quanto vuote. Di silenzi talmente evoluti da arrivare - come le parole - a costruire un discorso. ( ), ( ): ( ), ( ), ( ), ( )??( ) ( ) ( ) ( )!!!

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