sabato 28 agosto 2010

"La donna è mobile..." ma non solo lei


Anche la comunicazione è mobile, talmente mobile che l'autorità per le telecomunicazioni ha annunciato il sorpasso: le telefonate col cellulare superano ormai quelle da telefono fisso.

Ci piace avere addosso questa specie di ciambella gonfiabile che ci accompagna nel mare profondo della nostra giornata. Ci da l'idea di essere legati agli altri e in ogni momento di non perdere i contatti e le relazioni col mondo, insomma di non affogare nehli abissi della solitudine. La telefonia mobile è qualcosa di più di un semplice servizio di comunicazione, è respiro, è sicurezza, è esistenza. Esagero? E allora perchè ci portiamo il cellulare dappertutto? Perchè anche solo per scendere in cantina lo mettiamo in tasca? Perchè, se disgraziatamente ci accorgiamo di non aver visto un messaggio inviatoci, ci vengono mille ansie? Perchè se il telefono si scarica ci viene il panico? Perchè non riusciamo a spegnerlo anche in ambienti dove sarebbe richiesto il silenzio? Il telefono che squilla è la prova che esisto, se qualcuno mi cerca evidentemente ci sono. Il modello di telefono che uso fa capire agli altri le mie possibilità economiche, o la mia capacità di indebitarmi pur di non perdere il treno della moda, o ancora lo snobismo di non essere alla moda. Insomma, il cellulare parla di me prima ancora di farmi parlare con te. Ma come abbiamo fatto a non estinguerci quando non avevamo il cellulare?