sabato 22 ottobre 2016

Conti... veramente poco...


Conti, partecipando ad uno spot per la trasmissione "Dieci cose" presentato da Flavio Insinna , ci informa generosamente (questo il Link, vedi il minuto 0,25) di alcune cose che per lui sono molto importanti, tra queste cita la salute perchè - testualmente - "Senza la salute non si vale niente".

Quando Conti, tra qualche annetto, si troverà a parlare ansiosamente con un medico a proposito di alcuni valori delle sue analisi e  scoprirà che la sua salute sta cominciando a vacillare, quando sentirà gli acciacchi della vecchiaia  ricordargli il suo imminente decadimento, quando qualche sua persona cara non sarà più un gioiello di funzionamento, insomma quando Carlo Conti direttamente o indirettamente avrà a che fare con la malattia, speriamo che gli vadano di traverso queste parole terribilmente offensive e crudeli con cui dichiara, se la logica ancora serve a qualcosa in questo mondo impazzito, che coloro che hanno perso la salute non valgono nulla. Mi auguro che tutti coloro che soffrono in un letto d'ospedale, che combattono contro un male, che aprono gli occhi ogni mattina ringraziando Dio di essere vivi, possano comunicare a questo campione dell'intelligenza, che ci ricorda molto i nazisti e le loro politiche eugenetiche di eliminazione dei deboli e degli imperfetti, che avrebbe un futuro nei paesi del nord Europa o negli USA, dove stanno facendo a gara per facilitare l'eutanasia e l'abbattimento degli esseri umani che ormai (secondo il Conti-Pensiero) non servono più a nulla. 
Conti, conformista e campione del politicamente corretto, esprime con questa sua uscita disgustosa il peggio del mostro partorito dal nichilismo contemporaneo: la deformazione dell'essere umano in oggetto di consumo; da usare, comprare, vendere e poi cestinare. 
Lo aspettiamo al varco, quando la tv gli darà un calcio nel suo luogo meno abbronzato, al comparire della malattia o della vecchiaia, quando non attirerà più audience o investimenti pubblicitari, quando, insomma, non servirà più ad un cazzo. Mentre il mondo lo inviterà ad uscire di scena lo aspettiamo davanti lo specchio, a sentirlo protestare che non è vero, che un uomo è più, molto di più della sua salute.



«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)

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