martedì 14 giugno 2016

"Eran cinquanta, eran giovani e forti...

...e li voglion santi", ammazzati da uno di loro: gay e frequentatore di locali trans. Il quale "terrorista", appararentemente musulmano, in realtà era impiegato in una società inglese, paramilitare, che offre servizi a Israele, che sorveglia aereoporti da dove sono partiti i terroristi dell'11 settembre, che si occupa di diverse cosette tipo Guantanamo, il rinomato luogo di vacanze dove gli americani del pacifista Obama torturano i loro prigionieri  (forse) islamici... Se interessa, questo è un articolo documentato sull'argomento.
Insomma il solito pasticcio stile Parigi, stile Bruxelles, dove si sa chi spara, non si sa di chi sono le pallottole.
Ma, dalle nostre parti, il famoso statista Scalfarotto coglie al volo l'occasione dei gay uccisi per chiedere una legge sull'omofobia, la quale legge non c'entra niente col fatto,  e nemmeno con la ragione, visto che omofobia, come femminicidio, sono parole che vengono usate quando non si ha nulla di serio da dire.

Statista dalla barba austera impegnato a fare politica
Comunque, con buona pace dello statista dalla barba austera, dopo mesi in cui decine di migliaia di cristiani in tutto il mondo, uomini, donne e bambini, sono stati uccisi, torturati, bruciati vivi per la loro fede con la massima noncuranza dei mass media, a parte l'umano dispiacere per le cinquanta vittime non penso proprio che questi morti debbano essere santificati, che debbano soprattutto essere usati come pretesto politico a uso e consumo di Scalfarotto. Lo sciacallaggio non è consentito a nesuno, nemmeno ai gay.


«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)

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