domenica 23 dicembre 2012





Un caro augurio di Buon Natale e sereno Anno Nuovo a tutti: 
pazienti, amici e colleghi

Silvio Rossi







«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)

lunedì 17 dicembre 2012

Pornotristezze

Approfittiamo di due fatti di cronaca, la morte di Riccardo Schicchi, l'uomo che ha fatto della pornografia in Italia un business molto fiorente e redditizio, e l'arresto per questioni fiscali del fondatore di Youporn, sito internazionale di pornografia, per alcune considerazioni:
Sia il mondo classico che quello cristiano cattolico hanno usato esprimere la bellezza del corpo nudo senza particolari imbarazzi, in quanto espressione della realtà creata; (le censure ridicole sono venute dopo, grazie al bigottismo di origine protestante). La pornografia è un'altra cosa, è l'utilizzo del corpo visto essenzialmente nella sua funzione genitale, per un godimento egoistico, e per una stimolazione erotica autodiretta.
L'arte è "Estasi", cioè l'uscita fuori da sè per incontrare la verità. La pornografia è "Autismo", cioè chiusura in se stessi, nell'isolamento del narcisismo egoistico.
La pornografia crea facilmente dipendenza - e si diventa molto rapidamente drogati dal sesso. Numerosi autori sottolineanola pericolosità e gli effetti di perversione della "Porno-dipendenza", che - come il gioco - è suscitata e alimentata da innumerevoli proposte fin dentro la propria casa, attraverso la televisione e internet.
E' compito della famiglia essere protagonista della vigilanza sui figli, evitando la privatizzazione della fruizione, televisiva e non (in altre parole, meglio non permettere televisione e computer in camera). Sempre in famiglia si parlerà liberamente e senza tabù di tutti gli argomenti, ma mostrando l'aspetto relazionale e fecondo della sessualità, evidenziando  la bellezza del rapporto amoroso se è basato sul dono e non sul possesso, riflettendo criticamente su tutte le proposte che vengono dalla società.
Schicchi è morto, ma la pornografia sopravviverà a lui, è compito dei genitori falla morire nel cuore dei figli, educandoli alla libertà della relazione vera con una persona vera, apprezzando il piacere del sesso, ma ancor più il piacere di amare ed essere amati.

«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)

martedì 11 dicembre 2012

I maya avevano ragione...

...ma sono arrivati con un po' di ritardo.  In effetti il mondo è già finito, almeno quello dell'intelligenza e del buon senso.
E' finito il mondo dell'equilibrio e della moderazione. E' finito il mondo della sana incredulità, del corretto uso del ragionamento.  Sono suonate da un pezzo le trombe del (poco) giudizio universale. E' passata la storia, ora siamo già in un'altro mondo. Siamo animali da allevamento alimentati con cibi modificati. Dai mais transgenici, siamo passati ai Maya transgender, ingurgitiamo tutto, crediamo ad ogni balla: diamo retta a Dan Brown, a Sandro Giacobbo, a Raineesh, ai Soka Gakkai, ai guru di tutti gli orientamenti. Leggiamo Odifreddi, Augias praticando reiki,  crediamo ai catrastofisti, ai millenaristi, agli ufologi, alle streghe Wicca, crediamo a Superman e a Topolino, a Pippo e alle Pippe. Usiamo la coca per sentirci vivi e gli sport estremi per morire eccitati.  Crediamo alla fine del mondo prossima ventura,e intanto la televisione ci sollazza con Simona Ventura. Ci sta bene tutto, il contrario di tutto, chiamiamo bene il male, male il bene e spesso non distinguiamo le cose dalla loro rappresentazione.
Sbaviamo per il telefonino e poi l'usiamo per sparare cazzate, balliamo il Gangnam Style, facciamo i flashmob, occupiamo la scuola, ma non ci accorgiamo che abbiamo dis-occupato il cervello. 

E' già finito il mondo, non lo vedi? Esci per strada e guarda negli occhi le persone: un abisso di nulla rivestito di ansia.
Non dobbiamo spaventarci per l'apocalisse, è già venuta, ora dobbiamo sudare per la fatica della ricostruzione. 

«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)

martedì 4 dicembre 2012

Facce

Il fatto che nessuno possegga pienamente la verità, non dimostra che la verità non esista. Eppure molte persone sono convinte che un "Vero", oggettivo, non c'è. Questo è un problema, perché se fosse così nulla avrebbe senso, né l'educazione, né la scuola, né la politica. Né altro che voglia dare una linea comune alla gente. Questo pensiero, che il "Vero " non esiste, che esiste solo ciò che reputo conveniente qui e ora (relativismo) è, come abbiamo detto altre volte, di gran moda. E come tutte le cose di moda, ipocrita. Se infatti uno ci credesse davvero nel relativismo, dovrebbe portarlo alle estreme conseguenze, mettendo in dubbio tutto nella propria vita, innescando un processo di autodistruzione totale. Invece ci aggrappiamo  ad esso quando fa comodo, quando serve per non prendere impegni seri, ma quando dobbiamo far valere le nostre ragioni, eccome se ci crediamo alla verità, solo che la verità prende la nostra faccia.

«In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario» (George Orwell)