mercoledì 21 novembre 2007

Che novità, uomo e donna sono diversi!

Apprendiamo con piacere che l'uomo e la donna sono diversi. Al di là dell'ironia, ogni ricerca che fa luce in questo campo è sempre la benvenuta. In particolare, il professor Jiongjiong Wang dell'Università della Pennsylvania ci informa delle sue ricerche sulla risposta allo stress nei maschi e nelle femmine. I suoi studi hanno mostrato con chiarezza che di fronte a situazioni di stress, il cervello maschile risponde "accendendo" alcuni centri del ragionamento che servono a capire la situazione, fronteggiarla e trovare eventuali soluzioni. Diversamente, di fronte allo stress le donne hanno una reazione più emotiva, meno pensata e che trascina i suoi effetti più a lungo nel tempo. Questo spiegherebbe, ad esempio, perchè nella popolazione femminile sono più diffusi alcuni tipi di problemi psicologici conseguenti a eventi stressanti. Questa ricerca confermerebbe ciò che è sempre stato patrimonio del buon senso, ovvero che la donna trovi la sua ricchezza in una maggiore capacità affettiva ed emotiva, a cui è in grado di attingere per arricchire la rete delle sue relazioni, e che l'uomo abbia il suo punto di forza in una maggiore capacità di analisi anche sotto pressione. La diversità di risposta tra maschi e femmine è la base della coppia, nella complementarietà della quale ognuno dei due apporta il suo contributo prezioso ed insostituibile.

martedì 13 novembre 2007

NOUVELLE COUSINE

1. Un poliziotto ha ucciso senza motivo. Un fatto simile, scopriremo poi se si è trattato di squilibrio mentale, di paura, di pessimo addestramento, non è sempre prevedibile ed evitabile.
2. Una folla ha perso ogni autocontrollo e ha dato sfogo a tutti i suoi istinti più bestiali. Questo invece era prevedibile con facilità, ma ugualmente poco evitabile.

A scopo didattico qui di seguito si illustra in poche righe la ricetta per ottenere facilmente folla scatenata e violenta:


RICETTA

- Si prendono dei giovani, ignoranti come si deve. (Per ottenere l’ignoranza basta mandarli qualche anno nella scuole elementari con maestre tipo: “Il bambino deve essere stimolato a tirare fuori le sue capacità attraverso esperienze, avrà sempre tempo per imparare a leggere e scrivere …").



- Non devono essere educati al bello, né all’arte. In casa non devono entrare giornali o libri (il corriere dello sport e fumetti porno fanno eccezione).
- In compenso devono vedere tanta, tanta televisione, in modo particolare i reality show. Naturalmente è escluso dalla visione qualsiasi programma di Minoli.
- Possibilmente vanno frustrati a dovere, togliendogli la speranza del futuro, educandoli all’invidia sociale e al rancore.
- Evitare assolutamente di usare con loro la parola “regola”.
- Portarli il più spesso possibile allo stadio accompagnati da uno zio che in ogni frase infila una parolaccia e due bestemmie.
- Mai un museo, in compenso almeno due volte al mese il centro commerciale e tutti i sabati la discoteca. Una volta l’anno è consentita la notte bianca (ma solo per i concerti rock in piazza).
- I giovani maschi prima dei 15 anni si devono ubriacare di birra, prima dei 16 anni devono essere accompagnati a comprarsi la prima canna, prima dei 17 devono pippare la loro prima striscia di coca.

A questo punto, se si avrà avuto cura di far vedere loro molte trasmissioni con quegli scimmioni urlanti con il sangue agli occhi che commentano le partite, e si avrà avuto modo di regalargli fin da piccoli sciarpe e accessori con i colori delle loro squadre allora i giovani maschi saranno pronti: basterà una qualsiasi occasione di provocazione (reale o immaginata non importa, tanto al livello in cui sono scesi realtà e fantasia coincidono), e la mandria di animali a forma di uomini si scatenerà, spaccherà, incendierà e - emettendo suoni gutturali (non sono in grado di parlare, ricordiamoci le loro maestre) – potrà anche accoltellare con gusto e piacere.

Nota bene: Per un risultato superiore, i giovani maschi devono essere tenuti quanto più possibile lontano da persone in grado di farli pensare in modo libero. La loro mente deve esaurirsi in tre o quattro slogan, esempio: ”Boh, cioè, io penso che tutti hanno il diritto di… no?”.

sabato 3 novembre 2007

Il paese delle emergenze

"Emergenza" deriva dal verbo "emergere". Emergere improvvisamente dall'oscurità per segnalarsi come problema urgente da risolvere e affrontare. Ma quando il problema era stato già segnalato da anni e anni, era previsto e prevedibile, era semplicemente individuabile con l'uso del buon senso, e non è stato affrontato in tempo, allora il problema non è un'emergenza, ma il frutto di trascuratezza, di mancanza di organizzazione, di assenza di una riflessione fatta per tempo. Ora, se noi italiani viviamo in un paese delle emergenze, nel quale - ad esempio - il buon politico di turno si sveglia e si accorge che gli immigrati irregolari possono essere pericolosi (quando tutti i cittadini che si muovono in città senza scorta se n'erano accorti da tempo), vuol dire che qualcosa di estremamente serio ci sta minacciando. Vuol dire che al timone di comando del nostro paese c'è e c'è stata gente incapace di riflettere e di pensare, incapace di un minimo di previsione e lungimiranza, pronta a riempirsi la bocca di chiacchiere da Vespa e Santoro, ma inadeguata a comprendere il tempo nel quale viviamo e ad anticiparne tendenze e mutamenti. Insomma una casta (per usare un termine di moda) di sprovveduti.
Essere capaci di prevedere, e quindi di provvedere, è un'abilità importante, fondamentale nell'essere umano. E' necessaria per la stessa sopravvivenza della specie. Vuol dire saper guardarsi intorno, cogliere gli elementi significativi, individuare le forze che si muovono e in quale direzione vanno, anticipare le criticità e le minacce possibili, insomma: non lasciarsi sorprendere. E' l'abilità necessaria non solo per il politico e lo stratega, ma per ognuno di noi che vuole vivere la vita e non lasciarsi vivere. Ma per acquisire questa abilità ci vuole tempo, studio e riflessione. Ci vuole il contatto con uomini saggi ed esperti, ci vuole umiltà e il saper prendere delle decisioni a volte difficili. Se ci pensiamo bene, molti degli eventi tragici che ora turbano la vita delle nazioni, delle famiglie e dei singoli si potevano anticipare e quindi in qualche modo limitare - se non del tutto scongiurare. Ma non è stato fatto, e ora ci arrabbiamo con tutti meno che con noi stessi. Siamo ancora in tempo per riprendere in mano la nostra vita e poter provvedere diversamente per il futuro.